Il Santuario della Beata Vergine delle Lacrime e i cortili di via fratelli Galliari

Partendo da piazza Manara si può percorrere via fratelli Galliari, dove sono ubicati i cortili più eleganti della città. Ancora di proprietà privata, queste dimore nacquero tra il Seicento e il Settecento, abitazioni delle famiglie più abbienti di Treviglio e si appoggiavano alle vestigia del Castrum Vetus: in molti edifici sono ancora riconoscibili tracce dell’antica cinta difensiva in archi e aperture, camminamenti e elementi che si possono intravedere dalle vetrine degli attuali negozi. I cortili eleganti, spesso affrescati, sono visibili dai portoni aperti che si affacciano sulla via. Segnaliamo in particolare Palazzo Silva, adiacente al palazzo comunale e di origini medievali, e palazzo Galliari, collocato davanti al Santuario della Beata Vergine delle Lacrime.

Il Santuario è dedicato all’evento miracoloso che salvò Treviglio dall’assedio del generale Lautrec nel 1522. Edificato tra il 1594 e il 1619 per volere della Comunità trevigliese, vide diversi ampliamenti tra cui un imponente ampliamento alla fine dell’800 da parte dell’ingegnere Cesare Nava. L’immagine miracolosa venne traslata nel santuario nel 1619 alla presenza di Federico Borromeo insieme all’elmo e alla spada del generale Lautrec.

Lavorarono al Santuario Gianluca e Carlo Molinari 1719-1722 che realizzarono la volta a botte, Montalto che lavorò alla cappella Penarojas e alle pareti della navata e di cui sono conservate tele, Bernardino Galliari che si occupò della cappella Ferrandi, Giovanni Bevilacqua che tra il 1933-1941 affrescò la cupola, Gaetano Cresseri che decorò tra il 1913 e il 1933 il presbiterio, nonché Nicola Mojetta.

Alle spalle del Santuario è ancora visibile il Monastero delle Agostiniane, dove avvenne il miracolo, la cui origine risale al 1070 e che divenne, dopo la soppressione del 1799, sede di una scuola comunale, poi sede di associazioni di proprietà della parrocchia.

Accanto al Monastero sorge il Teatro Filodrammatici, realizzato nel 1905 in perfetto stile liberty su progetto dell’architetto Carlo Bedolini. Durante la Prima guerra mondiale divenne ospedale militare mentre dal 1940 al 1945 fu sede dell’industria Face di Milano.

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